Wind of change 

Cambiare.

Crescere.

Farsi avanti e partecipare alla vita. Senza più paura, senza più stare ferma a guardare.

Non sarà affatto facile ciò che mi aspetta. Per il momento sono solo spaventata, ho mille dubbi, ma ho anche voglia di farlo. Fremo, più che aver voglia. 

Non so mai come iniziare un discorso. Parlo solo se interpellata. A volte ero fino disgustata e spaventata dal suono della mia voce. Mi sembrava così impersonale. Non mia. Tutt’ora mi capita, qualche volta, di sentirla estranea. Come se quando esprimessi i miei sentimenti fosse qualcun altro a parlare. Forse è la mia anima che tenta di venire fuori da un piccolo spiraglio di luce. Non sa nemmeno lei da dove arrivi ma sta lottando e scalciando e battendo i pugni ovunque per cercare di uscire.

Credo sarebbe meglio ascoltarla.

Credo sarebbe meglio ascoltarmi. 

Ed infine dar voce ai miei pensieri.

Regina di..quadri

Oggi mi hanno posto una domanda interessante. Posto il fatto che ho uno strano percorso di studi non portato a termine, di cui 3 anni di liceo linguistico e 1 anno e mezzo di estetica; posto anche il fatto che la gente che mi conosce mi addita come “quella a cui non piace parlare ” e sono anche io la prima a dirlo; bene, poste queste cose, oggi una donna mi dice: è strano sai, hai scelto due percorsi scolastici inerenti alla comunicazione. Prima le lingue e la loro conoscenza; in seguito estetica, che comunque ti avrebbe portato a dover chiacchierare con le clienti – e qui ho aggiunto io che ora sono finita a fare la barista – , quindi perché dici che non ti piace parlare? 

La mia risposta è stata semplice: forse non è vero che non mi piace parlare, a dir la verità mi piace parecchio, diciamo che sono più che altro riservata, cioè non voglio che nessuno sappia i cavoli miei..anche se certe volte mi piacerebbe parlarne con qualcuno. Non lo so. Probabilmente la verità è che non voglio che gli altri mi vedano per quello che sono.

E lei ha incalzato dolcemente dicendo: di sicuro è un meccanismo di difesa.

La cosa veramente che mi ha sorpreso è stata la facilità con cui ne ho riflettuto assieme a lei. Non ne avevo mai parlato con nessuno. Spesso ci penso ma non mi fermo mai a riflettere sul percorso della mia vita. Dovrei farlo più spesso.

Per ora mi limito a cominciare a riordinare la mia camera ed il mio armadio, che sembrano i resti dello scoppio di una bomba nuclere. Chissà che non sia terapeutica la cosa.

When the lights go out.

Ogni tanto esco proprio dalla concezione di realtà. Cambio totalmente, mi estraneo dal mondo esterno ed entro completamente nelle profondità di me stessa. Cambia il mio modo di pensare, di parlare, di vedere le cose. Cambia perfino il mio viso. Non parlo dell’espressione, parlo proprio dei muscoli facciali che si trasformano e assumono una cadenza completamente diversa. È strano perché non mi accorgo subito di ciò che sta succedendo, anzi la vivo come un malumore normale, forse sottovalutando la situazione, che poi puntualmente degenera. Ogni parola degli altri mi sembra un attacco mirato alla mia profondità. È come sprofondare impercettibilmente nell’immenso dell’oceano e non rendersi conto di quanto si stia scendendo. Poi ad un tratto alzi lo sguardo e vedi che sei completamente al buio, migliaia di metri sotto il livello dell’acqua. È davvero incredibile come sensazione. Non ho ancora ben capito cosa la scatena, tantomeno come uscirne. So che poi, all’improvviso, mi passa. Riemergo. Catapultata di nuovo nella realtà viva che mi circonda. E provo un’immensa vergogna.

Ciò che mi resta sono questo senso di vergogna e il sacchetto di scuse da distribuire alle persone che ho ferito mentre non ero in me.

Sowa

Ho paura. Non so bene nemmeno io di cosa esattamente.. Credo sia un misto di insoddisfazione della mia vita, invidia ed insicurezze che mi porto dentro da tempi immemori. Stasera va così, mi sento piccola come un calzino. Credo di non averla dentro quella cosa, sai. Quel guizzo di vita che ti fa lanciare e lasciarti andare, quello che ti fa capire cosa vuoi, ti fa impegnare e migliorare..io penso di non avercelo. Spreco un sacco di energie per cose totalmente inutili e mi rendo conto di non sapere davvero cosa voglio. Non so cosa sia la soddisfazione personale.. Non so come trovarla o raggiungerla, perché non ho idea di cosa possa darmi questa agoniata soddisfazione. Non capisco. Non mi muovo.. Vedo gli altri muoversi ma io sono ferma, completamente in stand by. Fisicamente non sono ferma, ma mentalmente ed energicamente si. Ho davvero paura di sprecare il mio tempo. Ho paura anche di isolarmi talmente tanto da non riuscire più ad avvicinare le persone a cui voglio bene. Sono costantemente a disagio in mezzo agli altri. Anche stasera, ho iniziato a sentirmi male ancora prima di arrivare a castione. Non ci volevo andare, ma quasi mi faceva più male non andare.. Fastidio, più che male. E non mi sono calmata finché non mi sono ritrovata dentro casa, da sola, con il solo battere incessante della pioggia a farmi compagnia. Quando mi sento così ho voglia solo di nascondermi..quel mondo non mi appartiene. E non mi apparterrà mai. Non lo capisco e spesso mi infastidisce. Amoreodio.

Non so che pensare.

Forse è meglio andare a dormire.

Gira che ti rigira..

Siamo sempre qui. Sono ancora qui. Non ricordo quanto tempo è passato dall’ultima volta che ho tenuto un blog, forse quasi una decina di anni. Ciò che ricordo però, è che mi aiutava molto a riordinare i pensieri. Così rieccoci qui, di nuovo a fare i conti con me stessa. Potrebbe rivelarsi interessante, come potrebbe rivelarsi una totale disfatta. Solo il tempo lo dirà, per intanto mi limito ad iniziare un nuovo percorso. Partendo proprio da qui.